Die Regionen im Plan zur Verringerung des Gesundheitsdefizits (Latium, Abruzzen, Molise, Kampanien, Kalabrien, Sizilien) können die Verabreichung des monoklonalen Antikörpers Nirsevimab, der von der AIFA in Band C eingestuft wird, nicht garantieren, da es sich um eine Nicht-Lea-Dienstleistung handelt.“ Die anderen können es jedoch bereitstellen, allerdings aus ihrem eigenen Budget

https://www.quotidianosanita.it/m/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=124507

Von Outrageous-Spinach80

10 Comments

  1. La domanda è, perché quelle regioni devono rientrare del disavanzo sanitario?

  2. Haylight96 on

    Speriamo che il percorso del referendum per bloccare sta pagliacciata incominci presto…

  3. Bene così, speriamo lo somministrino veramente a pochi pazienti. Farmaco che serve solo a far ingrassare le case farmaceutiche e medici conniventi che lo useranno per più pazienti di quelli necessari.
    Ci sono farmaci biologici ben più importanti da garantire nei già poco ricchi bilanci regionali, quelli che trattano efficacemente malattie croniche, autoimmuni e degenerative.

  4. Mollan8686 on

    “Antipasto dell’autonomia differenziata” == “non c’è più pantalone che paga, lo stato ci aiuti!”

    Sistemassero i bilanci (sanitari) regionali prima

  5. Spero che il disastro annunciato che sarà l’autonomia differenziata spinga finalmente all’unica riforma necessaria, ossia togliere quasi tutti i poteri alle Regioni, altro che dargliene in più! Per me che vivo in un paese al confine tra Toscana ed Umbria, i provvedimenti della Regione sono la stessa cosa dei provvedimenti dello Stato centrale: una cosa che viene da un organismo politico lontano ed ineffabile

  6. Lord_TheJc on

    Cosa cambierebbe senza autonomia differenziata?

    Il farmaco verrebbe concesso a tutti dallo Stato centrale senza particolari requisiti/restrizioni?

    E perchè non è già così, se è quello che sarebbe senza autonomia? Roma proprio non puó fare altro, ha le mani legate?

  7. SalvadorfromBL2 on

    Da quanto mi pare di capire, essendo inquadrato come prestazione extra-LEA non può essere a carico dei fondi provenienti dallo stato a favore delle regioni e ASL (non dovrebbe essere una novità), ma a carico dell’azienda sanitaria o in maniera più estesa alla regione con fondi “propri”; facendo una breve ricerca sembra che per malattie croniche e rare anche se extra-LEA le ASL possano giudicare di concederlo gratuitamente previa una verifica di un’apposita commissione. Non so se sia previsto che una regione con conti non apposto non può neanche pensare di valutare un’adozione estesa del trattaemento, non sembra una cosa nuova neanche questa:

    https://www.osservatoriomalattierare.it/i-nostri-servizi/sportello-legale-omar-dalla-parte-dei-rari/14437-malattie-rare-stop-agli-extra-lea-i-pazienti-potrebbero-subire-discriminazioni

    È pur vero, per tagliare la testa al toro, che è sì un anticorpo ma ha spiccate proprietà di prevenzione, che si rivedano gli attuali LEA per inserirlo nel calendario vaccinale, arrivati a questo punto.

  8. alvaromartini on

    La regione, o meglio la provincia, o meglio il comune é l’entità che più di tutte ha il controllo di ciò che succede sul territorio. L’efficienza arriva dal basso non dall’alto. ROMA NON É NIENTE!

  9. Vabbè ragazzi ma mica è l’unico. Io faccio mieloma multiplo e c’è un anticorpo bispecifico potentissimo ed efficacissimo in fascia C che si chiama Teclistamab.
    Noi qua in Campania non lo possiamo fare e ci sono persone che non hanno altre terapie disponibili e quindi muoiono o sono morte senza provare questo farmaco.
    La verità è che stanno finendo i soldi per le terapie costose e quindi sempre più farmaci finiranno in fascia C.

    Questo nello specifico costa 10 mila euro a somministrazione con somministrazione a settimane alterne.

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