Das Problem

Ich möchte eine Diskussion über ein Thema eröffnen, das meiner Meinung nach für die Zukunft unseres Landes von entscheidender Bedeutung ist: die Notwendigkeit einer besseren technologischen Bildung in Italien. Leider wissen viele Menschen nicht wirklich, wie man Computer bedient; anstatt oft die grundlegende Logik und die Grundprinzipien zu verstehen "sie lernen auswendig" die Schnittstellen. Dieser oberflächliche Ansatz schränkt nicht nur ihre Fähigkeit ein, Probleme selbstständig zu lösen, sondern birgt auch ernsthafte Sicherheitsrisiken.

Denken wir zum Beispiel an die Gefahren von Online-Betrug. Wer die Funktionsweise von Systemen nicht versteht, ist anfälliger für Phishing-Angriffe und Betrug. Darüber hinaus stellt die Schwierigkeit, zwischen realen und von KI erzeugten Bildern zu unterscheiden, ein weiteres Risiko dar: Angesichts der Zunahme von Fake News und digitalen Manipulationen ist es wichtig zu wissen, wie man Informationen erkennt und kritisch analysiert.

Dieses Defizit an technologischen Kompetenzen verschafft uns einen Wettbewerbsnachteil auf dem Weltmarkt. Länder mit digitaleren Arbeitskräften können schneller Innovationen einführen und sich besser an Marktveränderungen anpassen.

Vorletzter in Europa für IT-Kenntnisse

Open Source und Computerausbildung

Ein weiterer wichtiger Aspekt ist die mangelnde Sensibilität gegenüber Open Source, selbst bei Technikbegeisterten. Open Source könnte für viele italienische Nutzer eine wirksame Lösung darstellen, die Kosten senkt und einen demokratischen Kompetenzerwerb fördert. Ein bedeutendes Beispiel ist München mit dem Projekt LiMuxdas zeigte, wie eine Stadt durch die Einführung von Open-Source-Software Kosten senken und sich von der Abhängigkeit von großen Technologieunternehmen befreien kann.

Stellen Sie sich vor, Italien würde ebenfalls diesen Weg gehen: Wir könnten enorme Summen an öffentlichen Geldern einsparen und gleichzeitig eine Generation von Bürgern mit einer soliden Technologiekultur ausbilden. Dies erfordert jedoch einen radikalen Wandel in unserem Bildungssystem.

Es wäre angebracht, Informatik in allen Schulen ernsthaft zu unterrichten, angefangen bei der Grundschule mit Grundkursen zum Umgang mit dem PC bis hin zur weiterführenden Schule, wo Betriebssysteme, die Funktionsweise des Internets und Netzwerke studiert werden könnten ausführlich und vermittelt einige Grundlagen der Programmierung.

Nur so können wir hoffen, eine Zukunft aufzubauen, in der Italien nicht nur ein Land der Technologiekonsumenten, sondern auch der Schöpfer und Innovatoren ist.

Was denken Sie? Wie können wir diesen Wandel anstoßen?

L'analfabetismo informatico in Italia: riflessioni sullo stato attuale e su come combattere il problema
byu/italian_giga_chad initaly



Von italian_giga_chad

38 Comments

  1. leeMore_Touchy on

    puoi complilare un “sillabo” con lo skillset minimo per non essere considerati analfabeti? 

     o meglio, una sorta di scala di livelli? (so che é una schematizzazione imprecisa  ma puó aiutare). Il primo passo per imparare una cosa é sapere che esiste, il secondo é sapere che serve e a cosa serve.

    Tra l’altro, Linux ha vantaggi superiori a quelli economici. Linux é molto meno invasivo per la privacy delle sue controparti di Microsoft e Apple e Google.

  2. 4bruptdecay on

    Ma “utilizzare internet in maniera complessa e diversificata” cosa vuol dire?

  3. Francescok on

    Quello che mi spaventa, più che i boomer, sono tutti i 23/24 enni che non sanno usare il PC. Non so dove si sia inceppato il sistema ma faccio colloqui con gente laureata che non sa cosa sia un pdf o Excel.

    Piccolo appunto: la regione Veneto usa libre Office, non è sempre comodissimo quando scarichi i report dai loro portali e tu usi Excel

  4. Per quanto riguarda l’uso dell’open source nella PA sono completamente d’accordo, senza neanche doversi fare l’SO come hanno fatto a Monaco; scegliere una distro esistente sarebbe già più che sufficiente. Per quanto riguarda i software pure, si possono usare quelli già esistenti e contruibire al loro sviluppo, o in casi specifici farli da 0 sempre sguendo i dettami dell’open source, che comunque mi sembra si faccia già col software della PA (vedi developers italia).

    Per quanto riguarda l’insegnare Sistemi operativi e Reti in tutte le superiorei, stai sognando, impossibile. Già è molto se riusciremo a inserire dei corsi base Universitari che non siano Word ed Excell, pensa insegnare sistemi operativi alle superiori.

    Tralasciando il fatto che trovo completamente inutile che tutti abbiamo delle basi di SO e Reti.

  5. Fort_u_nato on

    > Cosa ne pensate?

    Come persona che lavora non me ne frega niente, meglio per me che ho queste competenze.

    Oltretutto in Italia avere queste competenze evidentemente non serve a niente dato che un datore di lavoro pensa che 1500e al mese non sia uno stipendio da fame per una persona con una laurea.

    Sogno un futuro in cui le aziende si sgozzano a colpi di rialzi per accaparrarsi chi sa fare le cose.

    > Come possiamo avviare questo cambiamento?

    Iniziare a premiare chi queste competenze le ha?

    A parte i vari sarcasmi credo che sia il problema di una società in cui non va la pena far nulla se non il minimo sindacale, a meno di avere veramente voglia di fare.

  6. ObviousResource5702 on

    il problema, per quel che mi riguarda, è piu ampio della solo informatica, stanno iniziando a mancare le capacità logiche di base e il senso critico, la maggior parte sono automi che cliccano dove gli viene detto e non si pongono domande, tutto è riportato nella vita reale.

    prima di pensare a fargli usare un computer ad alcuni andrebbe insegnato a vivere, come puoi insegnare a riconoscere le fake news se non sanno neanche cosa sia una notizia?gente che legge gossip pensando di informarsi e che non va oltre i titoli, di qualsiasi cosa, fossero articoli, manuali, ecc

    l’italia ha tutte le potenzialità per poter guidare il cambiamento, abbiamo menti geniali che potrebbero guidare la transizione ma non sono politici e quindi esclusi.

    tu fai un progetto troppo informatico centrico, la scuola non deve solo insegnare a fare le cose, soprattutto nei primi anni, deve darti gli strumenti per capire come fare le cose, esempio stupido se fai il dba ma non conosci l’insiemistica non servi a niente, non saprai mai fare un join come si deve.

  7. 4bruptdecay on

    non vedo l’ora di vedere l’appalto da 10000 Miliardi alla Truffaldoni SRL per sviluppare ItaLinux

  8. EmeraldasHofmann on

    sfondi una porta aperta, sono decenni che parlo di alfabetizzazione digitale.

    e la cosa sconcertante è che ad essere analfabeti digitali sono sopratutto i ragazzi giovani, gli stessi che vengono spalmati davanti un tablet a 2 anni!!!

    Io ho fatto informatica (coding) dalla seconda elementare (era il 1988!!!), ma anche alle medie (turbo pascal e videoscrittura, che poi era word) e anche alle superiori (logica e programmazione base base, ma cmq c’era).

    Oggi quando vedo le scuole elementari che frequentano i miei figli sembra di essere tornati indietro nel tempo.

    Già tra il 2006 e il 2014 quando insegnavo alle superiori tenevo delle ore di alfabetizzazione perchè questi erano tutti dotati di social ma poi non sapevano usare una email. parlavo anche di privacy e sicurezza, ma sempre alto livello, e tenevamo 2 ore al mese di “pensiero critico e fake news”. ma tutte cose che facevo io e che non rientravano in alcun modo nel programma ministeriale

  9. > esempio significativo è Monaco di Baviera con il progetto [LiMux](https://en.wikipedia.org/wiki/LiMux)

    ogni volta che questo viene preso come esempio, vi avverto: PRENDETELA CON LE PINZE.

    perchè il primo passaggio verso l’OPEN nel 2004-2007 era stato per motivi PURAMENTE politici.

    Nel 2017-2020 si è tornati a Microsoft per motivi sia tecnici, sia politici.

    Ora hanno solo “scelto di usare di più formati open”, ma non di usare linux o altro, forse di “riconsiderare il piano originale”. Anche qui per motivi politici, non tecnici.

    Ora, usare Open Source nelle PA? è un bagno di sangue.

    Per vari motivi, ma diciamo i più importanti:

    * il costo: col ca..o che è gratis. Formare le persone costa, i contratti di assistenza e supporto costano più che con MS.
    * Gestione: AD e le relative policy, non li batti. specialmente in mondi molto vincolati come gli uffici PA
    * software di mer.a: avete presente i software (esempio) dell’agenzia delle entrate? è già difficile configurarli su win per un utente finale. Chi ha scelto di usare ECLIPSE per il desktop telematico, cosa si è fumato?
    * Interoperabilità: Office non ha rivali, non ci sono molte storie. Specialmente in posti grandi e strutturati, Sharepoint e similari (anche onprem) non hanno un rivale DECENTE e integrato con tutto.

    scritto da chi gestisce sistemi da più di 20 anni e fa esattamente questo con varie aziende.

  10. giolanskij7 on

    Argomento critico e fondamentale.

    Provo a rispondere alle tue due domande in modo sintetico:

    1. Cosa ne penso? Che l’educazione informatica, come anche quella finanziaria, quella sessuale, quella fisica ecc… è demandata ai singoli e alle famiglie, non è inquadrata in un’educazione di base epr diventare “buoni cittadini”. E’ il grade problema della scuola attuale: obsoleta perché concepita troppi decenni fa. Il mondo è cambiato, la società è cambiata, la scuola no. Ovvio che sia disfunzionale

    2. Cosa si può fare? Il cambiamento è di tipo culturale e può nascere solo ed esclusivamente da una volontà della popolazione. La politica (di qualsiasi lato) recepisce solo le istanze che possono portare consenso. Per essere tali queste istanze devono essere parte del dibattito pubblico e lo possono diventare solo se i cittadini lo fanno diventare tale. Come si fa? Un tempo si sarebbe creata un’associazione, oggi probabilmente ha più senso creare una pagina/canale/piattaforma che crei questo tipo di discussioni e contenuti, propagandandoli e facendoli diventare virali.

    Quindi il mio invito è di pubblicare questo appello su vari canali, coinvolgere un certo numero di persone interessate all’argomento e creare un “manifesto” per l’alfabetizzazione informatica.

    Non semplice. In due parole: bisogna sbattersi.

  11. Sono d’accordo su tutto.

    Quello che mi chiedo è CHI potrebbe occuparsi dell’auspicata formazione di pargoli e giovani.

    La mia non vuole essere una battuta, è verissimo ciò che scrive OP.

    L’ignoranza informatica è tanta.

    Dissento solo dalla frase sul fishing: chi “abbocca” non è solo ignorante, ha una buona dose di stupidità. E per quella nulla si può fare.

    A parte questo, la formazione informatica sarebbe molto importante, il problema è trovare i docenti

  12. Elegant_Link4222 on

    Potrei fare tutto un discorso nei minimi dettagli su cause e origini dell’analfabetismo digitale in Italia ma temo che sarebbe tempo perso.
    Dico solo di rileggere l’affermazione fatta qualche settimana fa da quel vecchio rincoglionito di Galimberti per comprendere veramente la situazione

  13. sull’open source nelle PA, ma non solo, pienamente d’accordo io sono appasionato di OSM (openstreetmaps) ed un servzio spettacolare poco apprezzato.in italia che potrebbe aiutare a costo zero la gestione delle infrastrutture e della viabilità

  14. cathedral___ on

    Da quel che vedo, ChatGPT & co. aggraveranno ulteriormente la situazione

  15. Penso che il problema sia più generale, non specifico dell’informatica. Quando parlo con dei clienti, mi rendo immediatamente conto che il problema non è che sono intelligenti ma capiscono poco di informatica. Sono proprio tonti in generale. Quelli svegli anche se non capiscono un tubo di informatica sanno districarsi e le cose si risolvono in un secondo.

    Sto usando le IA per scrivere risposte al livello della quinta elementare, in modo che possano capire cosa ho scritto, DOPO che le ho riscritte due volte perchè mi sembravano troppo difficili. E parliamo di comprensione del testo, non di termini tecnici.

    Insomma, avresti potuto togliere “informatico” dal titolo.

    Scusate il rant.

  16. Hai completamente ragione e da tecnico it e assemblatore da quasi 2 decadi ti posso dire che è uno dei problemi più sentiti all’interno della sfera delle skill del mondo moderno. Qui non ce la facciamo proprio, seppur ci siano grandi elementi che spiccano anche nel panorama internazionale (per citarne uno, siamo pur sempre la patria di un certo Federico Faggin, ad esempio). Ma farò un iperbole, e perdonatemi se vi sembrerà magari esagerata: ma quando di base c’è prima l’analfabetismo funzionale, come pretendi che si eradichi quello informatico? Dobbiamo lavorare su più fronti per risolvere questo problema, imho.

  17. Incellophanato on

    Patente europea uso computer (ECDL) obbligatoria tanto per cominciare.

    Mi rendo conto che non possiamo essere tutti informatici, ma insegnare a come sfruttare uno strumento potentissimo (internet) potrebbe essere un buon investimento.

    Dell’opensource me ne frega il giusto, già è tanto se sai usare gli strumenti basilari.

  18. PendoloDiFoucault on

    Dirò l’indicibile ma non è un problema.

    Ci sono due approcci alla tecnologia, ed allo strumento tecnico. L’approccio tecnico, che richiede skill elevate, produce risultati intenzionali ma costa tempo. L’approccio utilitario che non richiede skill, produce risultati non intenzionali ma è molto rapido.

    Ora, la tecnologia di consumo da sempre si è mossa sulla via della semplificazione. Ancor prima degli smartphone, l’invenzione della metafora del Desktop ti rendeva la vita semplice e la macchina intellegibile, ma ti allontanava dal *metallo*. Era un livello di astrazione che risparmiava tempo ma che al tempo stesso rendeva il funzionamento del computer più nebuloso.
    Però fu un passo necessario per far usare il computer a tutti. La casalinga non avrebbe mai usato un computer senza GUI.

    Quel che è successo con gli smartphone è lo step successivo della stessa cosa. Semplicità a scapito dell’uso intenzionale. Io lo vedo come un bene: meno tempo spendo a padroneggiare la macchina, più tempo posso spendere per farci qualcosa.

  19. Babbo Natale: Piccolo Antonio, cosa vuoi per Natale?

    Piccolo Antonio: Un drago!!

    BN: Piccolo Antonio, è impossibile, vuoi qualcos’altro?

    PA: L’open source nella PA

    BN: Quindi di che colore lo volevi il drago?

    Più di metà dei comuni italiani girano su programmi sviluppati da una singola ditta, che scrive quei programmi (TUTTI) in una versione personalizzata di COBOL, un linguaggio del 1961. Iniziate a scegliere il colore del drago.

  20. Purtroppo ci sono troppe problematiche legate all’informatica nel nostro Paese. Nello specifico io mi ritrovo a lavorare come informatico in una piccola azienda in un paesino nel Salento. A parte la scarsa conoscenza già in ambito lavorativo, dove 3/4 delle aziende usa pc datati addirittura con Windows XP (e purtroppo parlo anche del pubblico e non solo del privato). Cioè io ricevo chiamate dai clienti che chiedono come cambiare lo sfondo o come fanno a modificare un PDF senza pagare. Non nascondo che tutto ciò suscita in me diverse sensazioni, a volte preso dallo sconforto mi verrebbe voglia di trasferirmi. Ho fatto anche diverse docenze sulle basi informatiche sia ad adulti che a ragazzini di scuola media, ciò che ho notato con queste esperienze è un rifiuto dalla maggior parte dei 50-60enni, come se fossero rassegnati e che l’innovazione tecnologica è un tema che non riguardi loro. I più giovani invece prestano più attenzione ma sembrano darci poca importanza all’argomento in se. So di vivere in una zona dell’Italia dove le parole informatica o tecnologia sono viste come un qualcosa di estraneo e da appassionato, oltre che a sostenitore dell’avanzamento tecnologico, non posso che chiedermi cosa succederà tra 5-10 anni, quando l’IA sarà uno strumento centrale nella vita degli individui.

  21. Mi verrebbe da dire che l’alfabetizzazione dovrebbe partire dalle scuole, l’unico posto dove tutti i bambini a prescindere dalle possibilità economiche delle proprie famiglie dovrebbero apprendere queste nozioni.. purtroppo le scuole italiane sono molto indietro su questo, I miei figli hanno fatto 4 anni di elementari in Irlanda e 1 qui in Italia e ho potuto vedere le grosse lacune che abbiamo sotto questo punto di vista (e molti altri ancora ma quello e’ un altro discorso 🙂 ),.. purtroppo la nazione e’ generalmente povera e non ha risorse ed insegnanti, infatti guardando il grafico si vede che nelle nazioni piu’ ricche il grado di alfabetizzazione e’ piu’ alto.. i computer costano

  22. Ieri al lavoro una signora mi fa: “ho 4 giga nel mio telefono e vorrei passare a 5 giga, è possibile farlo?”
    Mi guardo interdetto con il collega per poi capire che intendeva dire passare da 4G al 5G…
    Non ce la faremo mai

  23. scavenger22 on

    Non mi esprimo sulla prima parte, ma sull’open source sei un pò indietro, un sacco di cose stanno cambiando man mano che le persone iniziano a opporsi allo scraping delle AI e ci son stati diversi casi che hanno messo in dubbio la sua affidabilità (idem per le cdn, dopo il takeover di polyfills.js).

    Sull’insegnamento ok, ma penso sia inutile obbligare tutti a studiare a fondo una materia quando poi magari non ne faranno uso, è come chiedere a chiunque abbia la patente di imparare come funzioni ogni parte di ogni veicolo dalle betoniere ai treni.

    E bisogna rendersi conto che i programmi scolastici non possono assecondare i trend volatili, dovrebbero rifare tutto quasi da 0 ogni 5 anni o giu di li oppure diventa come quei corsi farlocchi in cui ancora si parla del dos e visto che tagliano i fondi alle scuole ogni volta che possono non penso che qualcuno abbia interesse a farlo.

    PS la cultura non è mai un risparmio, al massimo è un investimento… e di nuovo, hanno svenduto pure l’acqua potabile e altre risorse fondamentali per il paese, perchè investire in cultura? per aiutare i giovani a scappare prima? /s 🙂

    PPS: Quello che suggerisci era più o meno l’obiettivo dietro la ECDL … che esiste ancora ma in italia è una fluffa.
    Ed ha cambiato nome in ICDL. https://www.icdl.it/

  24. Giusto qualche giorno fa discutevo qui su r/italy sul discorso dei cookies e certi commenti, da informatico, mi hanno fatto preoccupare/rabbrividire.

    La quantità di gente che non capisce un tubo di computer, internet, privacy e quel minimo di concetti che si dovrebbero sapere prima di esporsi su internet è sconcertante, e il numero di quelli che pur non capendoci nulla pretendo di parlare o credono di spiegare le cose “secondo loro” è pure peggio.

    Il problema è che l’Italia è un paese DI vecchi PER vecchi.

    Basta fare un giro su qualsiasi sito di comuni, enti pubblici, sanità e quant’altro per vedere quanto questi riflettano le conoscenze informatiche dell’italiano medio e l’interesse ad investire nel digitale che scarseggia sia al governo che nelle nostre aziende(e qui ci si collega al problema delle PMI col padrone vecchio, che non ci capisce nulla, che non vuole far crescere l’azienda eccetera).

    Riguardo al discorso Open Source comunque segnalo anche il caso di Vicenza che aveva provato a spostare tutti i PC su Zorin OS, una delle distro a mio avviso più familiari da subito e curate a 360°.

    Io tra l’altro sono totalmente a favore dell’open source nel pubblico. Per me bisognerebbe scegliere una distro e metterla ovunque si possa usare. Alla fine per l’utilizzo da ufficio basterebbe qualcosa tipo Zorin o Mint, il pacchetto LibreOffice, Firefox con quelle 2-3 estensioni essenziali(così da diminuire anche lo share dei browser Chromium-based) e si avrebbe anche il vantaggio di non dover comprare PC nuovi perché Windows 11 non li supporta più.

    Poi so che si può aggirare il problema facendo la ISO con Rufus togliendo il check per TPM e Secure Boot, ma un conto sono io che me lo faccio sul PC personale e un altro la pubblica amministrazione dove se succede qualcosa sono cazzi.

    Riguardo al “come miglioriamo la cosa?” onestamente me lo chiedo da tanto.

    Sono convinto che dovrebbe partire dall’alto, ovvero che debba essere lo Stato ad iniziare un cambiamento informatico con il discorso dell’open source, investendo serimanete nella formazione dei dipendenti(altrimenti quelle tre volte che vado in comune mi trovo sempre l’ultra-settantenne che non sa nemmeno stampare un foglio) e che poi le scuole seguano a ruota, inserendo programmi di informatica VERI dato che non è possibile che tanti miei conoscenti intorno ai 20 anni abbiano telefoni e PC in mano dalla nascita ma ignorino completamente concetti estremamente basilari relativi ai dispositivi e alla vita su internet.

    Questo in un mondo ideale, ma essendo in Italia e col governo attuale la vedo grigia…

    …e detto ciò, come è d’obbligo dopo i papiri, “grazie per essere venuti al mio Ted Talk”.

  25. LotOfMiles on

    Vabbè viviamo in un paese in cui la PA ti fa fare un accesso con SPID, poi ti fa compilare 5 pagine di dati anagrafici che dovrebbe già avere perché hai effettuato l’accesso con SPID, ed infine ciliegina sulla torta ti chiede di stampare dei moduli che richiedono le stesse info anagrafiche, compilarle a mano, scansionarle ed allegarle alla richiesta.

    Successo oggi.

  26. Voglio solo dire che io il PC l’ho iniziato ad usare a circa 9 anni.. un Pentium 2! Avevo tipo un sito web http a 12 anni e lo gestivo tramite http://FTP..

    Oggi invece con mia super mega sorpresa i ragazzi con meno di 20 anni.. NN SANNO FARE UN CAZZ col PC! Ma proprio a livelli dei 70enni quasi!

    Sanno solo cliccare qualche cagata sull’iPhone ma sono totalmente analfabeti informatici. Word/Excel zero ma anche roba facile tipo cercare info su Google, trasferire file.. madre mia

  27. Markilgrande on

    Diplomato nel 2020, nel 2017/2018 ad informatica avevamo come compito creare cartelle dentro cartelle. Già.

  28. Kernel_Paniq on

    E’ una questiona che va oltre il campo informatico, é il progresso e l’innovazione ad essere latenti in Italia come forma mentis, computer a parte lo si vede da come le persone siano stitiche nell’adattarsi ai cambiamenti. Poi il problema va ad amplificarsi quando nelle scuole mancano le ore dedicate all’informatica, il tutto si riversa quando i giovani non sanno adoperare MS Word o un PDF per stampare un foglio. Nello specifico il liceo classico e scientifico essendo gli istituti più gettonati dove ti abbuffano di tutte le materie fuorché quelle per il lavoro e le cose pratiche domestiche.

  29. Blutimauge on

    Ho sempre sorriso alla frase “i nativi digitali ti ruberanno il lavoro”

    Se va bene sarò io a dover insegnare loro come si usa un computer, diventando ancora più importante per evitare il collasso finale di questo paese

  30. col3amibri on

    Guarda, la parte italiana dell’internet è talmente tanto in dietro rispetto a quella di altri paesi Europei. Direi che non c’è un granché da fare per rimediare. Avete avuto la possibilità di creare un Internet bello e affidabile ma non l’avete fatto.

  31. bernie2007 on

    perché in italia viene ritenuto più importante insegnare ai ragazzi materie del cazzo come latino, storia dell’arte anziché insegnare loro a utilizzare excel o convertire un word in un pdf. mi girano i coglioni in una maniera ogni volta che salta fuori questo argomento

  32. PhyrexianSpaghetti on

    Vi garantisco che non è un problema solo italiano eh, viviamo in una bolla, qui su reddit. Sto in francia e la mia fidanzata non sapeva cosa fosse il pannello di controllo di windows, nè che versione di windows ha installata sul suo pc

  33. HeyImCloud on

    Premessa sono uno straniero che lavora nel settore IT italiano da 3 anni. Ho più di 10 anni di esperienza in molti mercati diversi.

    Sarò brutalmente onesto: open-source vs. servizi a pagamento è un argomento che la Germania può avere perché può permettersi di fallire potenzialmente. I veri problemi nascono molto più in basso. Un’enorme percentuale di persone con difficoltà digitale in Italia, deriva dalla mancanza di buone interfacce/software in generale, e non di mancata comprensione/istruzione.

    Il settore IT in Italia è ancora dominato da tecnologie che hanno raggiunto l’apice 20 anni fa. Si spende TANTO nello sviluppo per mantenere le cose vecchie.

    C’è anche poco incentivo ad aggiornarsi, dato che gli stipendi sono generalmente meno della metà di quelli di altri paesi europei, ed è molto difficile trovare lavoro, di più per “nuove” tecnologie.

    Inoltre, vedo che chi esce dall’università è molto strutturato e non riesce a trovare soluzioni non troppo complesse per problemi semplicissimi. È un classico nel mondo, ma qui si vede di più, sa di vecchi insegnamenti.

    Faccio lo stronzo perché amo questo paese e voglio che vada avanti, nonostante il fatto che a volte sembra una causa persa quando si cerca di migliorare le cose, perché c’è una forte resistenza al cambiamento/miglioramento.

  34. new8888888887 on

    Calcio, machinoni, pizza, pasta, faigaaaa…. E abbiamo coperto il 99% del cervello del maschio italico …. Quello della femmina non è molto differente, cambiano solo i giocattoli. Detto questo l alfabetizzazione informatica la vedo dura

  35. Infinite_Low_9760 on

    Cosa? Come ti permetti di dire che noi, il grande paese italico, dovremmo stare a perdere tempo con queste baggianate moderne invece di stare lì a contemplare incessantemente il passato glorioso mentre ci lamentiamo di come faccia schifo la situazione attuale?
    Io ho studiato il latino a scuola, e mi ricordo le prime righe della divina commedia a memoria? Che bisogno avrei di queste diavolerie.

    Insomma il livello è più o meno questo, meno esplicito magari. Io problema è che molti ragazzi sono così, vivono nell’epoca dei loro genitori praticamente. È imbarazzante.
    Non abbiamo speranze, chissà quanto ci sceglieremo abbastanza da capire che abbiamo un problema, gpt5 o gpt6? AGI?

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