Julian Assange ist frei: Der Gründer von WikiLeaks hat einen Deal mit den USA ausgehandelt und das Vereinigte Königreich verlassen

https://www.corriere.it/esteri/24_giugno_25/wikileaks-julian-assange-patteggia-con-usa-tornera-in-australia-415e3d29-0e7b-42ba-8ca6-ccd719c49xlk.shtml

Von timendum

11 Comments

  1. Come non essere contenti, si può discutere sulle motivazioni, ma penso che ci sia stato un evidente accanimento, che secondo me non meritava.

  2. alex2003super on

    Ma tutti quelli “America Bad”, “Assange ha fatto solo cose buone” “in Russia c’è più libertà che in America” ecc si sentiranno un po’ sciocchi adesso… voglio sperare?

  3. Buon per lui, ma sinceramente non la vedo come una grande vittoria. Dopo aver rivelato alcuni dei crimini dell’impero americano questo ha fatto spallucce senza nessuna conseguenza, né interna né esterna. Insomma, come se WikiLeaks non fosse mai successo, e anzi, ora sembra quasi un atto di grazia il suo rilascio. La morale di tutta questa vicenda è che se hai il potere di decretare cosa è giusto e cosa è sbagliato sarai sempre innocente, anche quando hai le mani sporche di sangue. Quindi di nuovo, buono per Assange come persona, grandissima sconfitta per Assange come whistleblower e giornalista.

  4. Finalmente ora smetteranno di rompere i coglioni accusando l’occidente per questa vicenda e giustificando i regimi autoritari

  5. User929290 on

    Lo ricorderemo per aver pubblicato le mail della Clinton direttamente dalle sue fonti russe pochi giorni prima delle elezioni

  6. Spero riesca a vivere la vita tranquilla che si merita, adesso. Ha fatto un lavoro divino e pagato quasi con la vita per questo

  7. IsidoroAsap on

    È una buona notizia perché dimostra che in Occidente c’è uno stato di diritto. Mi auguro che Assange si goda il resto della sua vita in serenità.

  8. LackApprehensive5805 on

    Gli USA hanno capito che il costo d‘immagine per assicurare Assange definitivamente alla prigionia era diventato fin troppo superiore ai benefici del concedergli un patteggiamento. La ”liberazione” di Assange è il risultato dell’impegno civico e della mobilitazione senza sosta di cittadini, associazioni e organizzazioni che, nel corso degli anni, con la sensibilizzazione e le proteste hanno aumentato a dismisura il costo d’immagine per gli Stati Uniti.

    Fosse stato per i famosi “liberali”, che si riempono sempre la bocca di discorsi teorici sul male incarnato dai governi e poi sono stati zitti di fronte allo scoperchiamento dei crimini degli USA, la vicenda sarebbe stata posta sotto una coltre di omertà e silenzio, e Assange sarebbe a marcire in qualche buia cella di una prigione negli Stati Uniti.

    Non si finirà mai di dirlo: i peggiori sponsor del liberalismo sono proprio tutti quei “liberali” per cui la libertà, nell’Occidente, si è trasformata nella funzione di protezione, sostegno e promozione propagandistica degli interessi politico-economico del sistema di potere di cui si fa parte.

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