Repubblica pubblica questa inchiesta molto lunga e dura sulle università telematiche italiane, denotando un incremento di iscritti specialmente dal Mezzogiorno e anche su fasce d’età più giovani.
Dai numeri emerge inoltre come i corsi a distanza delle università “tradizionali” abbiano un successo limitato, con pochi iscritti sul totale, e forse anche offerta limitata.
HeavyOriginal8082 on
Vi danno fastidio le università telematiche? Bene, togliete la frequenza obbligatoria e mettete le registrazioni delle lezioni a disposizione di chi lavora o per chi si trova in una regione diversa da quella dell’università (o formule simili). Tirare fuori discorsi filosofici su cosa dovrebbe o non dovrebbe essere l’università non serve a nulla.
SpigoloTondo on
Oh no, incredibile che l’unica alternativa per chi lavora e/o non ha modo di andare in sede, stia andando bene
Psicologia_Applicata on
Ho studiato nella più grande università pubblica italiana che aveva anche la possibilità di immatricolarsi come studente lavoratore, quindi essere dispensato dalla frequenza obbligatoria e prepararsi il programma d’esame leggendo i soliti manuali + videolezioni.
Le prove d’esame erano solo scritte.
Non c’era alcuna differenza – nessuna – con l’omologo corso di laurea telematica di un’università privata.
L’unica differenza, forse, è che la segreteria della privata ti seguiva più attentamente e ti consegnava i libri inclusi nella retta annuale.
Quando la retta dell’Università pubblica è salita a 2.000 euro l’anno, pari a quella della “costosa” telematica, molte persone si sono fatti i conti in tasca e hanno optato per la seconda alternativa.
Ora l’università pubblica piange per il grande successo della concorrenza privata, ma la verità è che loro hanno ignorato beatamente questo settore di nicchia, molto amato da lavoratori e pendolari.
Chi è causa del suo mal…
RikiJesus on
Grazie al cazzo, se l’alternativa è metterci il doppio del tempo (o più) in una pubblica uno si fa furbo, soprattutto se lavora
Io ad esempio mi sa che l’anno prossimo passo a una telematica dopo 2 anni di magistrale e metà scarsa degli esami dati
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Repubblica pubblica questa inchiesta molto lunga e dura sulle università telematiche italiane, denotando un incremento di iscritti specialmente dal Mezzogiorno e anche su fasce d’età più giovani.
Dai numeri emerge inoltre come i corsi a distanza delle università “tradizionali” abbiano un successo limitato, con pochi iscritti sul totale, e forse anche offerta limitata.
Vi danno fastidio le università telematiche? Bene, togliete la frequenza obbligatoria e mettete le registrazioni delle lezioni a disposizione di chi lavora o per chi si trova in una regione diversa da quella dell’università (o formule simili). Tirare fuori discorsi filosofici su cosa dovrebbe o non dovrebbe essere l’università non serve a nulla.
Oh no, incredibile che l’unica alternativa per chi lavora e/o non ha modo di andare in sede, stia andando bene
Ho studiato nella più grande università pubblica italiana che aveva anche la possibilità di immatricolarsi come studente lavoratore, quindi essere dispensato dalla frequenza obbligatoria e prepararsi il programma d’esame leggendo i soliti manuali + videolezioni.
Le prove d’esame erano solo scritte.
Non c’era alcuna differenza – nessuna – con l’omologo corso di laurea telematica di un’università privata.
L’unica differenza, forse, è che la segreteria della privata ti seguiva più attentamente e ti consegnava i libri inclusi nella retta annuale.
Quando la retta dell’Università pubblica è salita a 2.000 euro l’anno, pari a quella della “costosa” telematica, molte persone si sono fatti i conti in tasca e hanno optato per la seconda alternativa.
Ora l’università pubblica piange per il grande successo della concorrenza privata, ma la verità è che loro hanno ignorato beatamente questo settore di nicchia, molto amato da lavoratori e pendolari.
Chi è causa del suo mal…
Grazie al cazzo, se l’alternativa è metterci il doppio del tempo (o più) in una pubblica uno si fa furbo, soprattutto se lavora
Io ad esempio mi sa che l’anno prossimo passo a una telematica dopo 2 anni di magistrale e metà scarsa degli esami dati