Leapmotor è una giovane azienda cinese ed è partecipata da Stellantis.
Con Stellantis ha anche una JV, in cui Stellantis ha la maggioranza, con l’obiettivo di produrre auto elettriche a basso costo in occidente. Il primo sito avrebbe dovuto essere Mirafiori ma, apparentemente, la scelta finale è la Polonia.
Un brutto colpo per il governo che ha come obiettivo 1 mln di auto prodotte in Italia (sono state 543 k nel 2023).
DudeWithGlasses on
Nel mentre, tra l’altro, Stellantis stringe accordi con i sindacati per le uscite volontarie, non compensate da nuove assunzioni.
CapRichard on
C’erano dubbi?
MrAlagos on
>durante il secondo trimestre del 2024 la Leapmotor comincerà a trasformare kit parzialmente assemblati in veicoli finiti nell’impianto polacco, utilizzando la cosiddetta tecnica “semi-knocked down”.
Un colpo anche a coloro che pensavano che qualunque fosse il luogo scelto ci sarebbe stata una spinta all’innovazione e un trasferimento di know-how per la produzione di auto elettriche, anziché la semplice e ovvia circonvenzione dell’azienda cinese dei dazi europei con la minor spesa e fatica possibile.
PantaReiNapalmm on
Dove leggo Stellantis associo disgusto.
C’è qualcosa di buono? Magari anche di striscio?
throwaway_veneto on
Chissa’ se ne venderanno di piu’ delle 500 elettriche.
7 Comments
tanto per cambiare
Leapmotor è una giovane azienda cinese ed è partecipata da Stellantis.
Con Stellantis ha anche una JV, in cui Stellantis ha la maggioranza, con l’obiettivo di produrre auto elettriche a basso costo in occidente. Il primo sito avrebbe dovuto essere Mirafiori ma, apparentemente, la scelta finale è la Polonia.
Un brutto colpo per il governo che ha come obiettivo 1 mln di auto prodotte in Italia (sono state 543 k nel 2023).
Nel mentre, tra l’altro, Stellantis stringe accordi con i sindacati per le uscite volontarie, non compensate da nuove assunzioni.
C’erano dubbi?
>durante il secondo trimestre del 2024 la Leapmotor comincerà a trasformare kit parzialmente assemblati in veicoli finiti nell’impianto polacco, utilizzando la cosiddetta tecnica “semi-knocked down”.
Un colpo anche a coloro che pensavano che qualunque fosse il luogo scelto ci sarebbe stata una spinta all’innovazione e un trasferimento di know-how per la produzione di auto elettriche, anziché la semplice e ovvia circonvenzione dell’azienda cinese dei dazi europei con la minor spesa e fatica possibile.
Dove leggo Stellantis associo disgusto.
C’è qualcosa di buono? Magari anche di striscio?
Chissa’ se ne venderanno di piu’ delle 500 elettriche.