Frankreich will Fast-Fashion-Artikel besteuern

https://www.ilpost.it/2024/03/15/francia-fast-fashion-moda-tassa/?homepagePosition=3

Von w0b

29 Comments

  1. > Lo scopo è disincentivare la vendita e l’acquisto di abiti a basso costo e con un alto impatto sull’ambiente e sulle condizioni di vita dei lavoratori.

    Voi che ne pensate? La motivazione mi sembra corretta, non riesco a capire come fanno a controllare quali aziende impattano o no sull’ambiente o sulla condizione dei loro lavoratori.

  2. KissingUnicorns on

    Il problema è che la persona media, se non vuole vestirsi sempre con gli stessi 4 vestiti, può permettersi praticamente solo fast fashion (alla fine quasi tutti i negozi accessibili sono catene più o meno classificabili come tali).

  3. thewrongairport on

    Non lo so, capisco il principio però mi pare una grossa ingerenza sul mercato e un rovesciare il problema sui consumatori. Se tutto il fast fashion sarà tassato, semplicemente si alzerà il prezzo medio della fascia bassa del mercato. Il fast fashion tassato costerà più di adesso ma comunque meno di capi di fascia più alta quindi saranno comunque l’opzione meno costosa. Magari diminuiranno un po’ i consumi, ma non so fino a che punto.

    Dovrebbero piuttosto esserci delle regolamentazioni serie sulla gestione degli stock, delle spedizioni e dell’invenduto per evitare di avere negozi strapieni di roba che nessuno comprerà mai, ma viene prodotta, ordinata e messa lì perché i negozi vuoti sono “poco invitanti”.

  4. SpigoloTondo on

    Ennesima misura che caricherà ulteriori costi sui consumatori finali impoverendoli ancora di più.

    Come se tutti potessimo permetterci di pagare 300€ un pantalone “ESG”.

    Risultato finale già atteso: impoverire i consumatori finali, assieme alle EV nel 2035 e tasse e gabelle varie

  5. poetic_dwarf on

    Prima il diritto all’ aborto in costituzione, poi questo…

    Non ero abituato a queste ventate di progressismo.

  6. Lonny-zone on

    Assolutamente favorevole.

    La moda è una delle industrie più inquinanti del pianeta.

    Naturalmente il criterio non deve essere il prezzo del capo, o addirittura il brand, ma come è prodotto, e come deve essere smaltito , che mi sembra sia quello che stanno facendo.

    La storia che il fast fashion costi meno è relativamente falsa. Se guardiamo i macrodati di fatto spendiamo di più per gli abiti che in passato, e non solo per una questione di varietà.

    Inoltre non è che la scelta è solo tra i 5 euro Shein e i 500 di Gucci.

    Esiste tutto un mondo in mezzo di micro brand specializzati, ed esiste il vintage/second hand, di ottimo livello.

    Segnalo questo sito[“Good on you”](https://goodonyou.eco) che valuta i brand in maniera indipendente.

    Poi non è che uno se ha bisogno non può mai comprare una cosa da Zara, però l’abitudine all’acquisto continuo, a rifarsi il guardaroba ogni anno deve finire, non è sostenibile.

    ETA

    Vedo molti commenti qui e altrove su questa notizia che parlano di “tassa sui poveri” “ipocrisia” “francesi che odiano i poveri” “anche chi non è benestante deve vestirsi” e addirittura il fast fashion sarebbe nato per il nobile scopo di vestire i poveri (questa da Facebook).

    Premetto che sono molto più a sinistra della media di questo sub.

    I poveri sono quelli che li fanno questi vestiti in condizioni di semi schiavitu, senza norme di protezione sanitaria, che respirano fumi tossici che causano danni permanenti, e poi se li ritrovano nelle discariche a cielo aperto dei loro paesi, non certo quelli che li comprano.

    Certo che i poveri hanno il diritto (e a volte anche il dovere) di vestirsi bene.

    Esistono altri modi che non sono il fast fashion per raggiungere questo scopo. Il fast fashion non è fatto per vestire i “poveri” ma per seguire i trend e venderti più cose.

    Con meno fast fashion si creerebbero delle alternative locali (mercatini , vintage, etc) e magari ritornerebbero anche le sarte che stanno scomparendo, tipo nel mio paese penso quando andrà in pensione l’ultima signora rimasta non ci sarà più nessuno.

  7. throwaway_veneto on

    Mi pare giusto. Io per non inquinare compro solo capi di lana mongola lavorata nel nord Italia e comprata a Londra alla modica cifra di 5000€ per un paio di pantaloni. Se non potete permettervelo andate in giro in mutande.

  8. HalfPastMoon on

    Se implementata bene mi pare una notizia fantastica.

    Per chi dice che questi avrà un impatto negativo sui consumatori formulo la mia *uneducated guess*: bisogna considerare che questa normativa potrebbe spingerebbe i produttori (inditex, ecc..) a conformarsi nel lungo periodo, in maniera da tenere prezzi appetibili per i consumatori. Altrimenti a parità di costo del prodotto potrebbero andare a perdere parte del vantaggio che hanno sulle compagnie più eco-friendly, che verrebbero tassate meno.

    Inoltre secondo me il giovine medio è abituato “male”, ovvero che tende ad acquistare e rimpiazzare capi per stare dietro ai trend. Se il fast fashion diventasse più costoso costringerebbe tutti a diventare un po’ più consci riguardo l’impatto (enorme) che l’industria ha e sulla scelta dei vestiti che andranno a riempire il proprio guardaroba.

    Se poi qualcuno lamenta che comprare vestiti diventerebbe troppo costoso, il mercato dell’usato è eccezionale. Io stesso sto usando Vinted da un annetto e ho preso diversi capi Made in Italy per un quarto del prezzo che pagherei a Zara, per robaccia in poliestere. Mi richiede un po’ più di tempo ed energie, ma tranne che per comprare dell’intimo non ho più speso un euro in un negozio fisico.

  9. spauracchio1 on

    Agire sulla tassazione e sul prezzo finale al pubblico sa tanto di “che schifo i poveri” comunque (soprattutto a pensare al fatto che sto cosiddetto fast-fashion fa concorrenza ad un grosso settore dell’economia francese), se hai a cuore l’eticità della produzione a basso costo in paesi in via di sviluppo allora semplicemente metti dei dazi sull’importazione dei suddetti capi o la blocchi del tutto.

    Non vorrei si trattasse solo di protezionismo mascherato, spinto dall’industria della moda francese

    e come ha già detto qualcun’altro, se alzi l’asticella dei prezzi dal basso di conseguenza si alzeranno anche i prezzi dei capi di qualità

  10. ThroatUnable8122 on

    La Francia che vuole tassare qualcosa? E la notizia qual è? Oramai ogni scusa è buona

  11. Ben venga il ridimensionamento del settore fast fashion, visti i danni sia ambientali che umanitari che crea. Ma in pratica, come lo ottieni?

    Introduci una metrica tipo ESG? Queste metriche sono fantasie masturbatorie di una EU che vede la regolamentazione come soluzione ultima. In realtà è relativamente facile per la multinazionale di turno infiocchettare un sacco di merda e venderla per cioccolata. Vedi vari casi di greenwashing.

    Tassi i beni di vendita? tiri una mazzata al consumatore e alla fine il mercato si ristabilirà su un rincaro generalizzato.

    Come tutti i problema complessi, non esistono soluzioni semplici. Questo è prima di tutto un problema culturale, dove esiste l’aspettativa di avere 500 capi di abbigliamento diversi pagandoli una miseria che tanto “cazzomene del bangla che mi cuce i vestiti”. E per cambiare sta mentalità (che va ben oltre il vestiario), auguri. Si fa a prima a dire “aboliamo il capitalismo”.

  12. le esternalità negative andrebbero tassate/prezzate in QUALUNQUE CAZZO DI COSA

  13. Certamente, perché il problema giustamente lo si scarica sul consumatore di fascia più bassa che può permettersi solo quello.
    Chi si poteva permettere i capi di qualità continuerà ad acquistare quelli, chi non può farlo si ritroverà solo a spendere di più e a comprare le stesse identiche cose.
    Ora apro una piccola parentesi sul conformismo ed impatto psicologico, prendiamo ad esempio Shein, che ha dato modo a molte persone di vestirsi secondo le loro mode preferite, quand’ero più ragazzo io l’unico modo per farlo era comprare su EMP o altri siti di nicchia, beh certo la qualità di EMP era alta, ho ancora oggi vestiti del 2013 che non sono minimamente rovinati, ma i prezzi erano esorbitanti. In pochi potevano permettersi un guardaroba del genere.
    Ora, togliendo la questione del se sia una cosa corretta o meno, mettiamoci nei panni degli adolescenti, i più ricchi saranno sempre i “più fighi”, i più poveri come al solito vengono ulteriormente penalizzati.
    La soluzione non è tassare il fastfashion, la soluzione è rendere più accessibile la qualità A TUTTI.

  14. Equivalent-Word-7691 on

    Il problema è che questa decisione a pagarne veramente le conseguenze non saranno i produttori miliardari ma i poveri consumatori

    Così si esacerberanno solo di più le differenza socio-economiche tra chi ha il privilegio do poter comprare capi di un certo costo e chi si troverà impossibilitato

  15. DiscoDiPisho on

    TikTok bloccato, fast fashion tassato. Ditemi che non è un sogno

  16. CMDRJohnCasey on

    Classico esempio del chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati…

    È da un pezzo che il prêt à porter in Francia era in crisi, per vari motivi tra cui il fatto che non hanno saputo creare offerta sul web, aver cercato di piazzarsi su più grandi magazzini facendo esplodere le spese di affitti… etc; c’è un articolo [qui](https://www.ouest-france.fr/economie/consommation/les-huit-ingredients-du-cocktail-mortifere-de-lhabillement-2f4015a8-aa24-11ee-ad44-c03d56c454d6) con la lista completa dei problemi (in francese). Ora cercano di rianimare il settore ma intanto marche “storiche” francesi come Camaieu sono scomparse. Dubito che queste misure riescano a farle risuscitare…

  17. E la gente che lavora in quelle aziende (non sono tutti vietnamiti di cui ci frega nulla) che rimarranno a casa perché da una parte o l’altra la gente ci spenderà meno soldi nel fast fashion? Tutto ok? Mettiamo la gente per strada?

  18. Fanno benissimo!

    Tutta la m***a che arriva da Shein e dai vari bazar-discount tipo Wish, Temu ecc sono deleteri sotto ogni aspetto.

    Il problema è dove tracci la linea, perché già nella foto a corredo della notizia c’è H&M, ma potrebbe essere, che so, C&S, OVS o Decathlon.

    Insomma, ci sarebbe anche il rischio che una norma nata con nobili intenti diventi un’arma di lotta commerciale non-convenzionale, facile ad abusi e decisioni arbitrarie per aiutare gli amici-degli-amici.

  19. LosConeijo on

    L’unica soluzione è che il lavoratore medio possa permettersi di pagare gli abiti non fast fashion.

    Se tassiamo i prodotti, ma io posso permettermi solo quello, continuerò a comprare quelli, venendo solo ulteriormente danneggiato economicamente. Che poi manco fosse una colpa mia personale se non posso permettermi di vestirmi solo con t shirt Patagonia.

    Mi dispiacea ammetterlo, ma a volte sono veramente sfiduciato sull’efficacia delle proposte che vengono fatte (non tutte).

  20. Certo poi i capi firmati invece li fanno a prato i cinesi rimpiazzabili. Dai…

  21. Cioè oltre il 22%?

    Comunque esistono marchi meno conosciuti che sicuramente rispettano più l’ambiente che le proprie tasche, basta cercare bene! 🍀

  22. GianvitoFerrara on

    H&M che continua a vedere gli stessi identici vestiti ma al triplo del prezzo

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